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L'amicizia

Est enim amicitia nihil aliud nisi omnium divinarum humanarumque rerum cum benevolentia et caritate consensio, qua quidem  haud scio an, excepta sapientia, nihil melius homini sit a dis immortalibus datum.

L'amicizia non è nient'altro che un’armonia di tutte le cose umane e divine, insieme con la benevolenza e l'affetto; 
davvero non so se, eccettuata la sapienza, sia mai stato dato 
all'uomo dagli dei immortali niente di meglio di essa.

(Marco Tullio Cicerone “Laelius de amicitia”)

 

Ai miei cari colleghi-amici che,
dopo quasi trent’anni di esperienza
 lavorativa, lascio - spero solo nella
quotidianità dell ’impegno - ma che
continuerò a sentire legati da un affetto,
grazie al quale ho potuto affrontare,
con maggiore serenità, anche
 i momenti difficili di questa 
importante parte della mia vita.
A loro voglio dedicare alcuni spunti
 presi da tre libri che parlano 
dell’amicizia e dei cambiamenti nella vita.

 

Il primo è tratto dallo splendido libro di Richard Bach “Il gabbiano Jonathan Livingston” e parla dell ’addio del protagonista al suo collega-amico gabbiano……

 

“Sully devo tornare” disse, infine. “I tuoi allievi già se la cavano bene. Ti aiuteranno loro, a tirar su le nuove reclute”.

Sullivan sospirò, ma non discusse. Disse soltanto: “Sentirò la tua mancanza, Jonathan”.

“Che dici mai? Sully vergogna!” lo rimproverò Jonathan. “Via, non dire sciocchezze! Cosa studiamo a fare, tutto il giorno? Se la nostra amicizia dipendesse da cose come lo spazio e il tempo, allora una volta superati lo spazio e tempo, noi avremmo anche distrutto questo nostro sodalizio! Non ti pare? Ma se superi il tempo e lo spazio, non vi sarà nient’altro che l ’Adesso e il Qui, il Qui e l ’Adesso. E non ti sa che, in questo hic et nunc, noi avremo occasione di vederci, eh, ogni tanto?”

Il gabbiano Sullivan fu mosso a ridere, suo malgrado. “Che uccello matto che sei” disse, in tono affettuoso. “Semmai c’è uno che possa insegnargli, a quei rasoterra laggiù, a vedere lontano mille miglia, questi è il gabbiano Jonathan Livingston.” Abbassò gli occhi, contemplò la sabbia. “Addio, Jon, amico mio.”

“Arrivederci, Sully. Ci rivedremo ancora”.

Detto questo, Jonathan si concentrò col pensiero per trasferirsi con esso su un’altra spiaggia e in un altro tempo, laggiù, dove vola un grande stormo di gabbiani. Ormai sapeva bene di non essere di carne e ossa e penne, ma un’idea: senza limiti né limitazioni, una perfetta idea di libertà.

 

Il secondo è tratto dal profondo messaggio di Kahlil Gibran che, attraverso la sua opera “Il profeta”, sottolinea l ’importanza dell ’amicizia tra i valori della vita …….

 

E un adolescente disse: Parlaci dell’Amicizia.

E lui rispose dicendo:

Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.

E’ il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.

E’ la vostra mensa e il vostro focolare.

Poiché affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.

Quando l ’amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.

E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:

Nell ’amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.

Quando vi separate dall ’amico, non rattristatevi:

La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara dalla pianura.

E non vi sia nell’amicizia altro scopo che l’approfondimento dello spirito.

Poiché l’amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.

E il meglio di voi sia per l ’amico vostro.

Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.

Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore della morte?

Cercatelo nelle ore di vita.

Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.

E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell ’amicizia.

Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.

 

Il terzo pezzo, infine, è di Henry David Thoreau – uno dei “poeti estinti” del film “l ’attimo fuggente”, che nel suo libro “Walden” descrive la sua scelta di cambiamento e d ’impegno……

 

Mi recai nei boschi perché desideravo vivere come volevo io, affrontare solo i fatti essenziali della vita, e veder se potevo imparare ciò che aveva da insegnarmi, e non, giunto alla morte, scoprire di non aver vissuto. Non volevo vivere ciò che non era vita, la vita è cosi cara; né volevo praticare la rassegnazione se non fosse stato assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente e succhiare tutto il midollo della vita, robustamente come gli spartani e sgominare tutto ciò che non era vita, falciare un'ampia zona e raderla a zero, mettere la vita in un angolo e ridurla ai minimi termini, e, se si fosse dimostrata meschina, afferrarne la intera e genuina meschinità e proclamarla al mondo; o, se fosse stata sublime, sperimentarla direttamente ed esser capace di darne un vero resoconto nella mia prossima escursione.        

Ciao, un abbraccio
a presto

 Paolo

 

    Email: amici@pensierinmovimento.com

 

In sottofondo stai ascoltando il Valzer delle Candele

 

 

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